Voglio parlarvi oggi, in prossimità della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne (25 novembre), di una storia di dolore e di rinascita. Un’esperienza tremenda da cui è nato un libro, poi un film. IO CI SONO.
Non posso non parlarne, sia perché sono una donna, sia perché i fatti si sono svolti nella mia zona, sia perché E’ GIUSTO CHE TUTTI SAPPIANO. E RIFLETTANO.
LA VICENDA
Il 16 aprile 2013 un evento terribile cambiò per sempre la vita di Lucia Annibali, avvocatessa di Pesaro, allora 35 anni.
Il suo viso fu sfregiato da acido solforico per mano di un uomo albanese, un altro faceva da palo. Il mandante: Luca Varani, il suo ex fidanzato, avvocato anche lui.
Una relazione tormentata, un uomo violento e possessivo, che teneva segreta un’altra donna e un figlio in arrivo. Un uomo che non ha accettato la fine della storia e si è vendicato nel peggiore dei modi.
Una donna, Lucia, con la forza e il coraggio di una leonessa. Che ha sopportato il dolore fisico, per le ustioni di 3° grado e i 18 interventi chirurgici. Che ha sopportato il dolore psicologico, per la ferita al cuore che le ha inferto l’ “uomo” (la bestia) che un tempo amava.
Varani è stato condannato a 20 anni di prigione, per essere stato il mandante dell’aggressione, ma anche per i precedenti di stalking e tentato omicidio (ci aveva già provato infatti manomettendo le manopole del gas dell’appartamento di Lucia).
I due sicari albanesi colpevoli dello sfregio hanno avuto 12 anni.
Nel mio caso la giustizia è stata veloce e perfetta.
Dice così l’avvocatessa, intervistata il 20 novembre da Pippo Baudo e Chiara Francini, a Domenica In.
Quando il conduttore le domanda come vede il suo futuro, lei risponde: “Un futuro in costruzione, una ricostruzione personale. C’è un bel presente”.
Lucia oggi è tornata a svolgere con soddisfazione e dedizione il suo lavoro. Vive a Roma ed è Consigliere Giuridico del Ministero delle Pari Opportunità, per desiderio del Ministro Maria Elena Boschi.
Il suo libro, Io ci sono-La mia storia di NON amore, è per tutte le donne, per tutti gli uomini, ma anche per tutti gli ustionati, a cui vuole infondere speranza e incoraggiamento.
CRISTIANA CAPOTONDI
All’attrice Cristiana Capotondi il compito di calarsi nella parte dell’avvocatessa pesarese.
Per me è stato un ruolo complicato da interpretare ma allo stesso tempo, dal punto di vista esistenziale, è stata una delle avventure più belle fatte in questi anni.
Un ruolo difficile. Un’interpretazione degna di lode.
Cristiana ha dimostrato bravura e coraggio. Per le scene di sofferenza in ospedale. Per il discorso tenuto davanti agli studenti del Liceo Scientifico di Pesaro. Davvero una grande prova, superata brillantemente.
Dice della Annibali:
L’incontro con Lucia è stato l’elemento essenziale.
Durante le riprese è sempre stata con noi.
Per me Lucia è un vero eroe, una persona che ha sfidato il dolore in maniera sempre ironica e autoironica. Ha una leggerezza davvero difficile da riscontrare nelle persone che hanno vissuto eventi così tragici.
E’ una donna di fronte alla quale non ti importa se sei bella o brutta o grassa… è una donna che ti obbliga ad arrivare al centro di ciò che sei.
IL FILM
Prima di andare in onda in tv, Io ci sono è stato trasmesso in anteprima il 21 novembre a Roma, alla Camera dei Deputati. All’evento era presente Lucia Annibali.
Martedì 22 novembre invece:
- di mattina anteprima al Teatro Sperimentale di Pesaro (ospiti le autorità, gli alunni del Liceo Scientifico e le persone cha hanno partecipato alla realizzazione del film, tra cui Cristiana Capotondi)
- in tv in prima serata su Rai 1
Un film commovente, vero, che tocca un argomento attuale e purtroppo molto frequente: la violenza sulle donne.
Un film molto bello, che ha inizio con la scena dell’agguato e prosegue con una serie di flashback, fra ospedale e aula di processo, fino a terminare con la condanna di Varani a 20 anni, il massimo della pena prevista per questo caso. Alla fine del film, un’intervista alla vera Lucia Annibali, fuori dal tribunale, soddisfatta e sollevata per il risultato ottenuto.
“Ora posso ricominciare a vivere”.
Consiglio a tutti, chi non lo avesse ancora visto, IO CI SONO. Per sapere. Per riflettere.
Chi lo dice che per essere amate bisogna essere sottomesse? Amore non è possessione. Amore è libertà.
Termino qui, con una frase assolutamente vera, che riassume in poche parole il messaggio che vuole lanciare il film (e soprattutto Lucia):
L’AMORE NON PUO’ TOLLERARE NESSUNA FORMA DI VIOLENZA. MAI
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