Abbiamo intervistato in esclusiva la bravissima e bellissima Cristiana Capotondi alla Mostra del Cinema di Venezia 78 a cui ha partecipato per promuovere il cortometraggio intitolato Centoundici- Donne e uomini per un sogno grandioso. L’attrice è una delle protagoniste del corto prodotto da Confindustria e diretto da Luca Lucini che racconta il dopoguerra e la contemporaneità con la pandemia.
La Capotondi interpreta infatti una giovane insegnante di nome Chiara che va a fare il richiamo del vaccino contro il Covid e che nel mentre su Zoom prepara i suoi studenti alla maturità. In attesa del suo turno Chiara si mette a parlare con un anziano, interpretato da Giorgio Colangeli, che le parla del dopoguerra e della sua vita.
Ecco cosa ci ha detto Cristiana della sua esperienza oltre ad alcune riflessioni molto interessanti sulla figura femminile e sul cinema.
Cristana Capotondi a Venezia 78 per un corto: l’intervista
Cristiana, in questo corto, Centoundici, rappresenti un’insegnante. Cosa pensi dei cambiamenti che la pandemia ha imposto sulla scuola e più in generale della didattica a distanza e di questa problematica che ha coinvolto i giovani?
“Io penso che come tutte le cose che quindi hanno colpito non solo gli studenti, ma anche le persone che vanno a lavorare nelle aziende, la presenza, il confronto, l’incontro dal vivo, fisico, sia sempre più formativo. Mi chiedi quindi la scuola, che fa questo di professione, come abbia fatto a sopravvivere con la Dad (didattica a distanza). Sebbene poi tu possa comunque trasferire conoscenza e fare la tua lezione, però poi l’insegnamento, dice il mio personaggio nel film, passa anche attraverso uno sguardo. Si insegna tanto nei silenzi. Si insegna proponendosi come modello positivo. Dall’altro lato si impara anche guardando gli altri, guardando anche i propri compagni di scuola. Si copiava bene anche con la dad, ma si copiava meglio quando si era in presenza”. (Ride)
Parlando della situazione delle donne, sappiamo tutti quello che sta avvenendo in Afghanistan, dove appunto i diritti sono stati cancellati, quale e il tuo parere su questa situazione?
“Che parere vuoi che abbia?!. Assisto come tutti ad uno spettacolo molto doloroso. Alle donne adesso è stata tolta anche la possibilità di praticare sport. Di cosa stiamo parlando?
Nella sala Regina, prima di entrare nel Parlamento italiano, alla Camera dei Deputati, ci soni dei quadri con la Anselmi, Nilde Iotti e tante altre. Sotto c’è uno specchio con scritto Primo Presidente del Consiglio donna. Io quando mi sono specchiata ho pensato a quello che può provare una bambina di quindici o sedici anni quando va in visita alla Camera dei Deputati e si vede in quello specchio e si immagina Primo Presidente del Consiglio donna.
Il cinema può fare molto inserendo all’interno di una giuria tante donne, però può fare molto costruendo un immaginario collettivo. Raccontando delle storie attraverso le quali quell’immaginario diventa aspirazionale per le bambine e quindi poi ci si adopera per costruire un percorso per arrivare a….”
Hai interpretato tante donne forti, coraggiose, ma ti piacerebbe passare dietro la macchina da presa per portare tu sullo schermo una donna o meglio per raccontare la storia di una donna?
“Si, si assolutamente. Ho fatto dei cortometraggi, ho girato anche un documentario sul Corriere della Sera. Nel cortometraggio che ho girato per Telethon racconto una donna forte, fisicamente fragile, ma con una forte personalità.
Si, si, ma potrei raccontare anche storie di uomini. Mi appassionano le persone al di là del genere di appartenenza. Proprio per andare al di là del genere, andiamo oltre, raccontiamo le storie delle persone.”
Ti piacerebbe cimentarti come conduttrice in tv visto che in queste serate al Campari ti abbiamo vista anche come in quel ruolo?
“Dipende dal contenuto. Non credo di essere adatta a fare tutto con tutti. Se dovessi trovare un filone interessante, perché no. L’esperienza di queste serate e stata molto divertente. Abbiamo rischiato di fare un karaoke collettivo, ma questo in televisione potrebbe anche non accadere, anzi dovrebbe non accadere.”
Il video con l’intervista integrale a Cristiana Capotondi