Corrado Augias lascia la Rai dopo 63 anni. Lui che aveva scritto: «La Rai è la mia vita, è la mia casa. Non la lascerò mai», oggi sulle pagine del Corriere della Sera annuncia il suo passaggio a La7. «Passo alla 7. Da lunedì 4 dicembre. Ho ceduto dopo anni al corteggiamento di Urbano Cairo e poi anche del direttore Andrea Salerno. Per il gusto della sfida». Ha diciamo il conduttore.
Corrado Augias lascia la Rai dopo 63 anni e va a La7
Corrado Augias, nella lunga intervista racconta quale programma condurrà su La7, la sua nuova casa televisiva dal prossimo 4 dicembre 2023. «Un programma settimanale in prima serata: La torre di Babele. Un’ora di tv, dopo Lilli Gruber. Ci sarà uno spirito-guida, un ospite ad alto livello, a cominciare da Alessandro Barbero, e alla fine un personaggio a sorpresa, per tirare le somme».
«Su La7 parlerò di cultura. – Dichiara il conduttore – Sa cosa fece Fabiano Fabiani, quando Bernabei lo mandò via dalla direzione del telegiornale perché troppo di sinistra? Si fece nominare alla direzione centrale dei programmi culturali, che neppure esisteva. Fabiano, gli dissero, lì non c’è niente. E lui: “C’è tutto, perché tutto è cultura”».
Le motivazioni di Augias
Sulla motivazione del perchè lascia la Rai dopo ben 63 anni di carriera, Corrado Augias dice: «Nessuno mi ha cacciato, ma nessuno mi ha trattenuto. A 88 anni e mezzo devo lavorare in posti e con persone che mi piacciono; e questa Rai non mi piace». Il conduttore motiva questo suo sentimento verso la Rai dichiarando: «Non amo l’improvvisazione. E in Rai oggi vedo troppa improvvisazione, oltre a troppi favoritismi. La tv è un medium delicatissimo. Deve suscitare simpatia, nel senso alto dell’espressione».
Nell’intervista Augias ricorda i bei tempi con le persone che sapevano fare la Rai: «Ad esempio Stefano Coletta. Grande uomo di prodotto, che rilanciò Rai3. L’hanno messo in un angolo». Augias entrò in Rai con un concorso: «Quinto su 110. La Rai era una delle eccellenze dell’Italia del boom».
Corrado Augias fondatore di Rai 3
«Mi chiamò Angelo Guglielmi, con la sua vocina: “Non abbiamo soldi per fare gli sceneggiati, ma ti darò una trasmissione che sarà il nostro sceneggiato”. (Augias imita perfettamente Guglielmi). L’idea era di Lio Beghin, padovano geniale: contaminare la tv con il telefono. Nacquero così Telefono giallo e Linea rovente, affidata a Giuliano Ferrara». Racconta Augias nell’intervista al Correre della Sera.