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Cinzia Th Torrini riceve il premio Kinéo come miglior regista: “Gianna Nannini è un mito. ‘Sei nell’anima’ è un film anche di formazione”

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Cinzia Th Torrini è risultata essere la miglior regista per ‘Sei nell’anima‘. A Venezia ha infatti ricevuto il premio Kinéo che ha visto il suo film su Gianna Nannini ottenere ben tre riconoscimenti. Vediamo insieme cosa ha dichiarato la regista ai nostri microfoni sul suo rapporto con Gianna Nannini e sul futuro di Elisa di Rivombrosa.

Intervista alla regista Cinzia Th Torrini

Sei nell’anima‘ continua a ottenere successi. Il film, che racconta i trent’anni di carriera della rockstar, è uscito a maggio su Netflix ed è stato premiato dal pubblico e dalla critica.

Che emozione si prova a ricevere questo riconoscimento?

Sono molto fiera e onorata anche perché il premio Kinéo è dato alla Biennale di Venezia e quindi anche il film ha un riconoscimento, anche se piccolo, nel mondo del cinema. Io sono stata premiata qui in passato con ‘Giocare d’azzardo’, ho incontrato Robert Duvall e ho fatto il film Hotel Colonial. 

Cosa ha colpito il pubblico di questo film e della storia di Gianna Nannini?

Prima di tutto Gianna Nannini è un mito, non solo per me che ci ho voluto fare un film. La conosco da tanti anni, le nostre mamme erano amiche. Gianna ha interpretato dagli anni ’70 in poi un personaggio, il suo personaggio Gianna. Importante è anche l’atmosfera sociale che si creava con le sue canzoni, la sua musica si rinnova sempre. Questo film ci teneva a farlo perché è anche un film di formazione, fa vedere ai giovani che se uno ha una passione e una vocazione non deve mollare, prima o poi ci si riesce.

Si parla di un sequel di Elisa di Rivombrosa. Lei è stata coinvolta?

Intanto Elisa di Rivombrosa è andata in onda su Mediaset ed ebbe un grandissimo successo e ancora sta passando in televisione. Tantissime persone che l’hanno amato, l’hanno fatto vedere ai figli, ai nipoti. Ha interpretato l’amore in tante sfaccettature. Io ci ho creduto molto perché il messaggio primordiale è l’amore. Un sequel in Rai? Dipende da come uno tratta l’argomento. Nei film in costume cambiano i tempi, gli usi, i costumi ma la psicologia delle persone resta lo stessa. Quindi anche in un film che parla del ‘700 ci si può identificare.

Questo è l’anno delle donne per il cinema italiano, dato il successo anche di Paola Cortellesi.

Mi sento come una delle primissime, dopo Lina Wertmüller e la Cavani. Finalmente si comincia a valutare il regista per il progetto che vuole portare e non perché lo facciamo fare ad un uomo ma se c’è una patata bollente ad una donna, diamole un tema femminile. In questo mestiere ci vuole sensibilità. Quanti bei film sono stati diretti dagli uomini sulle donne. Bisogna riconoscere che ci sono tante donne che visualmente e tecnicamente sanno realizzare un film.

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