In Italia abbiamo avuto il nostro Boris, in Francia hanno avuto il loro Chiami il mio agente!. Anche se, in realtà, è stata commissionata proprio la versione italiana della serie ideata da Fanny Herrero, un originale Sky simpatico e ben adattato al suolo italico. Il suo capostipite originale, in ogni caso, rimane un must per indagare ciò che succede dall’altro lato dello schermo, ossia quello che coinvolge il mondo dei PR e degli addetti al lavoro nel mondo dello spettacolo. Una comedy ironica e piccata che guarda con divertimento alla propria industria interna, mostrando amore e dedizione da parte dei suoi agenti per l’universo del cinema, nonché grande serietà e umorismo per la scrittura e messa in scena della serie tv.
La trama di Chiami il mio agente!
La ASK è una delle più importanti agenzie artistiche del territorio francese. A lavorarne al suo interno sono gli agenti Andréa, Mathias, Gabriel e Arlette, rimasti in balia del proprio lavoro dopo la morte del fondatore e caro collega Samuel Kerr, ma che i protagonisti decidono di mandare avanti cercando di soddisfare e compiacere i propri clienti. Così anche per non perderli. Un universo fatto di telefonate continue, pranzi con attori e attrici e contratti da dover far firmare su cui prendere la propria percentuale. Tutta la frenesia che muove uno dei rami più importanti dello show business e di cui pochi conoscono le insidie.
Perché guardare Chiami il mio agente!
Ritornando al nostro cult Boris, la serie creata da Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo ci ha dimostrato che l’universo del dietro le quinte può essere esaltante (e esilarante) tanto quanto quello davanti alla macchina da presa. Forse anche di più. Chiami il mio agente! agisce perciò nella medesima maniera di Boris, cambiando però la professione dei personaggi principali e mettendo in scena l’impegno sfrontato e necessario che ci mettono per realizzare al meglio il proprio lavoro.
Il tutto condito da situazioni portate al limite dell’assurdo, come ci piace pensare possa essere la quotidianità di chi lavora nello spettacolo. Con la partecipazione anche di personalità dello star system francese che decidono di prendere parte alla serie interpretando addirittura se stessi. Un racconto che diventa meta-seriale e che fa sbellicare proprio per questo suo cortocircuito.
La capacità di un universo artistico in grado di prendersi in giro – e prendere in giro – poiché perfettamente a conoscenza delle dinamiche, spesso stravaganti e folli, che lo muovono. Tirando perciò i fili giusti per suscitare la risata, quella che con Chiami il mio agente! è assicurata.
Perché non guardare Chiami il mio agente!
La comicità è un prisma affascinante in quanto è composta da infinite facce che corrispondono a tanti elementi quanti ne esistono per far ridere (o meno) una persona. È perciò indubbio che un’operazione seriale come Chiami il mio agente! non possa accontentare tutti, soprattutto chi non apprezza particolarmente l’humor o addirittura l’immaginario culturale del cinema e dello spettacolo francese.
È certo dunque che la serie presenta una comicità totalmente riportabile a uno specifico gusto locale, ma che è comunque in grado di aprirsi al resto del pubblico mondiale. Ma è pur vero che i francesi rimangono pur sempre un po’ snob e questo potrebbe non risultare gradevole per tutti gli spettatori che vogliono approcciarsi a Chiami il mio agente!, ritrovando tale spirito altezzoso anche nella serie.