Che Meraviglia lo Speciale su Pompei: Alberto Angela stupisce tutti con un piano sequenza senza interruzioni

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Ce l’abbiamo fatta, ragazzi!“. Con queste parole pronunciate da Alberto Angela, si è chiusa la puntata andata in onda lunedì 27 maggio 2024 di ‘Meraviglie-Speciale sulle scoperte di Pompei‘. Una puntata che resterà nella storia della tv non solo per la tecnica usata ma anche per i suoi contenuti. La Rai è tornata a fare servizio pubblico grazie ad Alberto Angela, una perla rara che l’emittente deve fare di tutto per non perdere.

Alberto Angela ci guida per Pompei: una meraviglia ascoltarlo

Che la puntata su Pompei fosse speciale lo si è capito da subito, dalla prima inquadratura che ha rivelato la grandezza degli scavi con sullo sfondo il Vesuvio. La telecamera ha poi seguito Alberto Angela mentre saliva le scale con il divulgatore che, con un po’ di fiatone, spiegava chi abitava in quelle strade. Una sorta di guida virtuale che ci ha fatto immergere all’interno degli scavi, mostrando gli oggetti rinvenuti, gli affreschi e i corpi di chi ha vissuto secoli fa in quella cittadina alle pendici del Vesuvio.

Due ore ininterrotte di piano sequenza, senza tagli o cambi di inquadratura, che hanno mostrato, ancora una volta, tutta la bravura di Alberto Angela. Mai una pausa, una sbavatura, o uno sbaglio è stato presente nel suo racconto che è stato ricco di notizie, spunti e riflessioni sull’attualità. Il tutto accompagnato dalla sua simpatia, con frasi diventate già virali sui social come: “Non è che tutti i banchetti di epoca romana finissero in orge. Non è che quando invitate degli amici a casa vostra poi terminate con un’orgia...“.

I romani avevano un’età media di 40 anni per gli uomini e 29 per le donne, come sottolineato da Alberto Angela: Vivevano la metà di noi ma, a volte, riuscivano a godere e ad assaporare la vita il doppio di noi, capivano l’importanza dell’istante, l’importanza del sorriso. La cultura è uno dei propellenti più potenti del piacere della vita“.

E ancora, i riferimenti alla scaramanzia del tempo con un fallo eretto che nei secoli si è trasformato nel nostro cornetto portafortuna; i murales con disegnati i gladiatori simile a quello di Maradona e il costante chiedere aiuto con riferimenti mitologici: “Elle potrebbe rappresentare i pompeiani, e in tempi moderni i migranti che tentano anche loro di attraversare il mare… e tanti tanti affogano nei flutti“.

Solo un inciampo in 3 km percorsi a piedi e persino guidando tra i nuovi cantieri, supportato da tre operatori che si sono alternati nel corso del racconto. Alberto Angela ha saputo coinvolgere lo spettatore che quasi non si è accorto delle due ore di trasmissione senza neanche una pubblicità.

Un viaggio dentro Pompei tra ‘schiaffo’ e ‘carezza’, tra la ‘morte’ e la ‘vita’ che riaffiora nel calco di una mano di un bambino, nei disegni dei gladiatori, nel dipinto di un bambino con cappuccio e mantello rinvenuto nell’Insula dei Casti Amanti. O semplicemente in un’anfora di bronzo, diventata azzurra col trascorrere tempo, che emerge dalla pietra pomice. Nuove scoperte che fanno battere il cuore.

Il finale col backstage

Lo speciale si è poi concluso con Alberto Angela che ha spiegato la difficoltà di eseguire un piano sequenza e mostrando il backstage delle riprese. Ci sono volute due settimane di prova, l’aiuto di esperti, del direttore del parco, dei dipendenti e della troupe della Rai di Napoli per realizzare un capolavoro. Perché come spiegato dal divulgatore, Pompei è tutto. Tutto, tranne che “rovine” e non poteva essere raccontato diversamente.

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