Celeste Dalla Porta, Dario Aita e Daniele Rienzo sono i tre giovani protagonisti di Partehope. Ospiti della 54esima edizione del Festival di Giffoni, gli attori hanno commentato con i ragazzi tre scene dell’ultimo film di Paolo Sorrentino. Vediamo insieme cosa ci hanno raccontato riguardo Parthenope e la loro emozione di far parte di un cast stellare che comprende Luisa Ranieri, Gary Oldman e Stefania Sandrelli.
Intervista a Celeste Dalla Porta, Dario Aita e Daniele Rienzo
Una ragazza di nome Parthenope in canoa con sullo sfondo Napoli; una scena con Gary Oldman che spiega alla giovane cosa è la felicità e un ballo a tre molto romantico tra presente e malinconia. Sono queste le scene scelte da Paolo Sorrentino per essere mostrate in anteprima assoluta al Giffoni Film Festival. Il regista, in collegamento video, ha raccontato il suo ultimo capolavoro spiegando che si tratta di un film sulla giovinezza in cui è importante godersi l’attimo. Noi di Superguidatv abbiamo intervistato i tre attori protagonisti di Parthenope, Celeste Dalla Porta, Dario Aita e Daniele Rienzo.
Celeste Dalla Porta, chi è la Parthenope di Sorrentino?
È una donna. È stato meraviglioso interpretare questo ruolo, come un viaggio intenso e stupendo. Lavorare con Paolo Sorrentino rappresenta un sogno che diventa realtà.
Daniele Rienzo cosa puoi dire del tuo personaggio?
È un personaggio molto poco terreno che tende ad una grandissima impossibilità. Si getta tanto verso qualcosa di impossibile, come un grande amore verso la sorella, verso il suo migliore amico e anche un grande amore per la vita che spesso e volentieri può essere qualcosa che ci delude. Secondo me è importante rimanere con i piedi per terra quando si lavora. È stato faticoso e meraviglioso come può esserlo solo un lavoro di cinema.
Dario Aita chi è invece Sandrino?
Sandrino è un devoto, è il fedele di una religione monoteista che ha una divinità unica che è Parthenope e affronta tutte le fasi più terribili di un devoto: il dubbio, capire se esiste veramente, se è una divinità o meno perché poi piomba nella realtà e capisce che forse Dio non esiste. Lavorare con Sorrentino è stata un’occasione eccezionale e unica, incontrare un artista come lui non capita tutti i giorni. Lavorare sul set con lui e con le persone che sceglie, perché si circonda di ottimi collaboratori e di un cast eccezionale, questo ha rappresentato un’occasione meravigliosa.
Cosa avete provato quando Sorrentino vi ha chiamato comunicandovi di essere stati presi?
Dario Aita: Eravamo così, bloccati. E lui ha detto ma siete felici? E noi immobili (con la testa a fare sì, ndr). Dentro eravamo felicissimi, con il corpo non riuscivamo a esprimerlo, eravamo abbastanza pietrificati, o almeno io.
Celeste Dalla Porta: Io pure. Ho pianto molto davanti a lui. Grazie Paolo! Ho provato tanta gratitudine, un’emozione fortissima. Forse la più grande mai provata o una delle.
Daniele Rienzo: Sarò un po’ lento ma sto ancora elaborando questa cosa, non saprei che dire.
Il film parla di emancipazione, di donne e di Napoli. In una scena mostrata in anteprima ci si chiede come Parthenope riesca a portare felicità.
Celeste Dalla Porta: Dario l’ha spiega bene cosa è la felicità. Per essere felici non bisogna essere allegri, cioè la felicità è uno stato particolare dell’essere ed è preziosa come trovare quella leggerezza così sensibile che Paolo racconta. Nel film si vede, si percepiscono questi momenti di felicità che in un certo senso vengono sempre interrotti da qualcosa che spezza. Per poi ricrearsi e far sì che la felicità si riunisca e si ricrei in un certo modo.
Conta però molto anche il presente in Parthenope.
Celeste Dalla Porta: Il presente è una cosa difficilissima. Per me è un qualcosa di difficilissimo stare nel presente, è un non pensare al dopo, al prima, al perché e come. È come stare fermi, è importantissimo però per vivere.