Brooklyn Nine-Nine: recensione (no spoiler) dell’irresistibile comedy

Brooklyn Nine
Brooklyn Nine

I polizieschi per molto tempo in tv hanno avuto una sola connotazione. Poi è arrivato Brooklyn Nine-Nine e tutto è cambiato. Andata in onda per la prima volta nel 2013 e proseguita per otto stagioni, la comedy di Dan Goor e Michael Schur ha vissuto vari arresti e anche una cancellazione. Una fine causata dalla casa-madre Fox che ha prodotto inizialmente la serie a cui si è poi sostituita la NBC, giungendo come una salvatrice e non lasciando insoddisfatti i fan del distretto più divertente di sempre, i quali hanno potuto così proseguire per altre tre stagioni e vedersi riservata una conclusione degna per una delle comedy contemporanee più amabili della tv.

La trama di Brooklyn Nine-Nine

Brooklyn Nine-Nine prende il nome dalla circoscrizione in cui è ubicata la centrale di polizia che vede tra i suoi detective lo sbruffone Jack Peralta e i suoi compagni di squadra: la competitiva Amy, la tosta Rosa, i pigri Hitchcock e Scully, il sensibile Boyle, il solido Terry e l’imprevedibile Gina. Un gruppo che avrà a che fare col nuovo Capitano Raymond Holt, cercando di dimostrare all’uomo il proprio valore, continuando a preservare le strade della Grande Mela tenendole lontane dal crimine, ma quanto mai vicine ai più ironici e bizzarri espedienti comici.

Perché guardare Brooklyn Nine-Nine

Mai come altre comedy della generazione recente, Brooklyn Nine-Nine ha saputo combinare insieme la classicità delle sitcom che tutti conoscono, aggiungendoci però un tocco personale, dettato tutto dall’umorismo della scrittura e dalle performance dei suoi interpreti. Personaggi che sono centro e nucleo della storia, così come dell’umorismo sempre eccentrico e frenetico delle puntate, che si gustano una dopo l’altra notando come non sia mai il caso investigativo il vero cuore dell’episodio, bensì intrattenere con ironia lo spettatore.

Le indagini passano in secondo piano eppure i nostri agenti sono sempre pronti a risolverli. La semplicità nella struttura poliziesca è utilizzata per concentrare totalmente l’attenzione sulla comicità dello show, di cui è impossibile non adorare ogni volta il prologo che da inizio a qualsiasi puntata, alcuni diventati iconici come l’apertura con i sospettati che insieme al personaggio di Andy Samberg intonano la I Want That Way dei famosi Backstreet Boys.

Narrazioni che sono però uniche grazie a ogni singola caratteristica che rende specifici e indispensabili i protagonisti. Una capacità nel saper calibrare così tanti umori diversi e vederli muoversi in sintonia sia quando devono intonare qualche sketch oppure sventare la prossima rapina. Una serie che è stata in grado di fidelizzare al punto da rendere indispensabili in ogni stagione le puntate speciali di Halloween, facendo sentire allo spettatore di essere realmente parte di quel team di detective tanto astuti, quanto buffi.

Uno show esaltante che vede crescere anche in scrittura i suoi personaggi, non limitandosi alla sola comicità, ma cercando di stendere un racconto che sia trasversale per script, divertimento e individualità dei protagonisti.

Perché non guardare Brooklyn Nine-Nine

Non guardare Brooklyn Nine-Nine potrebbe essere il più alto crimine commesso per qualsiasi appassionato seriale, specialmente di comedy, ma se lo stile alla SNL (seppur molto più moderato) non fa per voi, allora lo show di Goor e Schur non è quello che cercate. Inoltre la brillantezza degli inizi si opacizza leggermente sulle stagioni finali, rimanendo comunque una serie impeccabile, facendoci ringraziare ancora la NBC per averne comprato i diritti e averne permesso una degna conclusione.

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