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Barbara Foria: “Pazzi di Napoli è un viaggio bellissimo. Myrta Merlino? Più umana di quanto si voglia credere. Il politically correct? Meno male che c’è Fiorello!” – Intervista Esclusiva

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Barbara Foria nasce a Napoli e della città fa sue l’energia e il calore. Attrice versatile, autrice e presentatrice brillante. Protagonista di numerose trasmissioni televisive dedicate alla comicità, Barbara è anche regina degli storici teatri Italiani dedicati alla risata. Si laurea in Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli, ma le sue arringhe presto conquistano i palcoscenici di teatri e Tv così abbandona le aule del tribunale e si dedica alla sua vera vocazione: l’ars comica.

Nel 2023 si divide tra cinema e tv. Recita sia nel film “Chi ha rapito Jerry Calà” di e con Jerry Calà, che nel film “Il mio regno per una farfalla” con la regia di Sergio Assisi. In tv invece, dal 23 Novembre, ci porterà alla scoperta del buon cibo partenopeo, insieme a Fabio Esposito, nel nuovo programma di FoodNetwork “Pazzi di Napoli”. Noi si SuperGuidaTv abbiamo intervistato Barbara Foria, e con lei abbiamo parlato della sua carriera, e di molto altro ancora.

Barbara Foria, intervista all’attrice e conduttrice

Attrice e imitatrice. Come commenta il fatto che la sua Myrta Merlino è più amata dell’originale?

Ma dai, non è vero, che cattiveria (ride, ndr). La mia Myrta svela solo alcuni aspetti buffi dell’originale, ne esalta alcuni suoi tratti, ne esaspera altri e più spesso ne inventa di nuovi di sana pianta. La sua voce aspirata è stata mia fonte di ispirazione, essendo anche io molto afona come lei. Così da soffermarmi in particolare su questa sua caratteristica. Poi la parodia di un personaggio non è altro che esasperazione della realtà. Sono felice di dire che la mia imitazione di Myrta è stata subito molto amata ,in primis da lei. La prima volta che sono andata in onda, a Quelli che il Calcio su Rai due, mi è scoppiato il telefono tra messaggi e telefonate. Mi ha chiamato subito anche lei con un numero sconosciuto,, dicendomi: “Ciao, sono Myrta Merlino” e ho pensato e ora che succede? Avevo l’ansia, pensavo non avesse gradito e si fosse offesa. Ed invece lei, da buona napoletana intelligente e autoironica, mi ha sfottuto subito dicendomi: “.. brava! e chi ti ha detto che sono così cattiva e snob?”.

La sua parodia forse l’ha anche umanizzata e avvicinata al pubblico.

Myrta per me è una bravissima giornalista e la seguivo da anni su La7, essendo io un’appassionata di politica. Adesso, di certo, il suo passaggio a Canale 5 l’ha resa più  popolare, arrivando tutti i pomeriggi al grande pubblico. Non so se l’ho umanizzata, alla fine Myrta è più umana di quanto si voglia credere.. è che la disegnano così. Ripeto la disegnano cattiva, ma non lo è. Anzi è molto generosa”.

Parliamo di un progetto che la vede come protagonista dal 23 novembre come conduttrice su Food Network con un programma dal titolo ‘Pazzi di Napoli’ dove è affiancata da Fabio Esposito. Come si è preparata?

Mi sono preparata facendo la dieta perché sapevo che avrei mangiato tanto e bene! Ho fatto una settimana di digiuno, ma non ad intermittenza, proprio un digiuno continuativo. Il mio obiettivo era quello di poter assaggiare tutte le delizie della cucina napoletana. Infatti  così è stato. È vero, ho messo qualche chilo..ma di felicità pura. Mi sono preparata però anche studiando storie di antiche ricette culinarie che non conoscevo. Sono napoletana si, ma Napoli è una città che non smette mai di stupirti e di farsi conoscere. Anche attraverso il cibo: dal dolce al salato, dal tarallo alla sfogliatella, passando per le frittatine di pasta e i peperoni imbottiti fino al baccalà e le alici fritte col wasabi, si possono scoprire storie fantastiche.

Perché il bello di Pazzi di Napoli è il viaggio che, io e Fabio Esposito, facciamo nella tradizione culinaria napoletana attraverso le famiglie napoletane e gli imprenditori della città. In questo programma si racconta la tradizione ma anche l’innovazione di una Napoli   d’avanguardia. C’è una nuova generazione di napoletani, di giovani imprenditori che hanno studiato e si sono formati all’estero, ma che hanno scelto di vivere a Napoli. E proprio nella loro città hanno scelto di sperimentare e applicare le loro conoscenze acquisite. E devo dire che la loro scommessa è stata vincente! 

Come accoglie Napoli, poche città al mondo lo fanno. Anche se ti allontani per motivi di lavoro, studio o altro, e poi ci ritorni, questa città ,come una mamma, ti farà sentire sempre a casa. Io napoletana, che vive a Roma da anni, sono pazza di Napoli. Ogni volta che ci ritorno. Chi la visita per la prima volta, penso ad un turista, non può non impazzire per questa città, per gli odori, sapori, colori, e anche per i rumori. Vedi Napoli, e poi impazzisci di gioia!”

Oltre questa trasmissione è impegnata in due film, “Chi ha rapito Jerry Calà” che esce nel periodo di Natale, e “Il mio regno per una farfalla” per la regia di Sergio Assisi che esce in primavera. Ci racconta questi due personaggi.

Sono completamente diversi e anche diversi da me, soprattutto nel film di Sergio Assisi. Vedrete una Barbara Foria inedita, in una commedia brillante sarò un personaggio cattivo. Sergio oltre ad essere un bravo attore, è stato un bravissimo regista. Mi sono affidata completamente a lui e mi ha guidato in un ruolo stimolante ed insolito. Ormai Assisi scherza attribuendosi il merito e la potestà della mia svolta attoriale drammatica. Mi dice: “vedrai dopo questo ruolo, la tua vita da attrice prenderà una piega diversa”.

In ‘Chi ha rapito Jerry Calà’ invece ho un ruolo molto materno e protettivo. Sono la sorella maggiore di Sergio Assisi che in questo film è un combina guai. E spesso, in quanto sorella saggia, devo rimediare alle sue marachelle. Ma sono anche una personaggio di riferimento per Jerry durante il suo bizzarro rapimento.

La storia raccontata  da Jerry nel suo film è esilarante, perché accadono cose buffe e molto divertenti, ma allo stesso tempo amara ed emozionante, perché dietro l’evento del suo rapimento – leit motiv del film – si cela un messaggio profondo, e ahimè veritiero che dovrebbe far riflettere tutti noi. E’ una commedia amara che fa tanto ridere ma anche riflettere”. 

Cosa le fa dire sì per un ruolo.

“In primis il ruolo, la sceneggiatura e la storia che si vuole raccontare. Ma nella scelta, anche le persone che te lo propongono sono importanti. Sapere con quale regista potresti lavorare, e chi sono gli  interpreti e colleghi con cui iniziare la magica avventura di un film, sono informazioni spesso determinanti, specie se il ruolo non è del tutto nelle tue corde o se non ti senti particolarmente adatto ad interpretarlo. sapere di condividere il set con persone che stimi, in un clima sereno, puo’ condizionare la scelta.

Però io sono una donna molto curiosa a cui piace sperimentare, per cui mi butto nelle nuove avventure. Quando ho letto i due personaggi che ho interpretato nei due film, così diversi tra loro, non ho esitato neanche un attimo nella scelta. Avevo voglia di divertirmi e mettermi in gioco. Sono cresciuta con la comicità di Jerry ed i suoi film. Libidine, doppia libidine..libidine coi fiocchi è stato il tormentone degli anni ‘90 e ‘Sapore di mare’, è un po’ il manifesto estivo della mia generazione. 

Quando mi ha contattato non ci potevo credere,  pensavo fosse uno scherzo! Mi ha scritto in direct: Ciao sono Jerry Calà, questo è il mio numero mi puoi chiamare? Io non ci potevo credere “. Pensavo fosse un fake. L’ho richiamato. Era Jerry.  si è complimentato con me per la  parodia di Serena Bortone che lo divertiva tanto, Mi ha raccontato la storia del film, il mio personaggio, mi ha detto si gira a Napoli: “capitoooo??” e mi ha conquistato subito! Il film uscirà durante il periodo natalizio sulle piattaforme. Una commedia da scartare sotto l’albero di Natale con tutta la famiglia!”.

Oltre al cinema e alla tv, porta ‘EuForia’ uno spettacolo teatrale che è un viaggio della donna di oggi di un amore sempre più virtuale e meno reale. Come si è arrivati a questo progetto?

“È un progetto che porto in scena nei teatri d’Italia da qualche anno che continua a divertirmi e a divertire. Ringrazio ufficialmente Annalisa ed Elodie per il loro contributo musicale. Quest’anno hanno dedicato addirittura due loro canzoni al mio show. I loro brani ‘euforia’ sono diventati sigla del mio spettacolo. Diciamo però che dovrei vantare un diritto di esclusiva sul titolo, euforia fa rima con Foria, allegria, follia, ironia, il vero segreto per vivere una vita più leggera è viverla con ironia!

Euforia nasce come un contenitore che riempio di racconti, aneddoti, monologhi, faccio un’analisi sociale del mondo che mi circonda. Sono egualmente critica nei confronti degli uomini e delle donne, ma si sa che gli uomini sono più permalosi e spesso escono dal teatro con evidenti cali di autostima. Mi diverto ad ironizzare sulla mia vita, i miei amici, i miei amori, le cose che mi accadono o che mi vengono raccontate.

L‘auto-ironia mi ha salvato in grandi momenti di dolore, personali, famigliari, di vita, di amore e lavoro. Se provi, non è sempre detto che ci riesci, a sdrammatizzare nelle tragedie è un pò più facile superarle. poi se hai la fortuna come me, di fare  teatro, di poter salire su un  palco, non c’è migliore analisi che quella di condividere col pubblico – per giunta pagante – le tue disavventure. Accussj poi pago l’analista con più felicità”.

La sua satira, le sue battute non sono mai volgari, anzi, sempre un grande rispetto verso gli altri. È sempre molto elegante, magari molti cercano di accontentare il pubblico e dare quello che loro chiedono.

Mi diverte giocare col pubblico. Rompo subito la quarta parete, per mettermi in comunicazione diretta ed immediata col pubblico. Pubblico che diventa da subito protagonista insieme a me dello show. Ma avendo grande rispetto per chi va a teatro e per chi sceglie di vedere il mio spettacolo, non potrei mai essere offensiva o maleducata.. Si instaura immediatamente un feeling tra me ed il pubblico, quindi a volte mi concedo delle libertà di espressione artistica naturali e lecite, come se parlassi ad un amico o amica che conosco da anni. E’ questa è una magia che si crea ad ogni mia replica.

Non amo la volgarità, ma amo far sorridere sui nostri pregi e difetti per non prenderci mai troppo sul serio. E mi piace parlare  di sessualità, ma anche in questo caso con grande rispetto cercando di demolire – in chiave comica – lo scettro del maschio alfa. Forse se fossimo fin da piccoli sensibilizzati a riflettere su emozioni, sentimenti e indirizzati ad una cognizione sessuale consapevole sarebbe cosa buona e giusta. Oggi più che mai spero che venga insegnata nelle scuole l’educazione sentimentale e sessuale per educare le nuove generazioni al rispetto dei diritti umani e ella parità di sesso”.

Sarebbe bella una trasmissione tv dove si può dire qualsiasi cosa non trova?

Sarebbe bello, ma sarebbe un sogno. Utopia. Oggi poi con il politically correct che imperversa è impossibile. Questa idea di correttezza ad ogni costo credo sia diventata più dannosa del previsto. Se gli intenti iniziali potevano essere lodevoli, oggi la situazione è talmente degenerata da risultare eccessiva in senso opposto. 

Va bene il richiamo alle proprie azioni e dichiarazioni, e il rispetto verso tutti, ma arrivare alla censura e al “cancellare tutto” è un attimo! l’importante è non esagerare né in un senso né in un alto. E secondo me nell’arte, e in tutte le sue espressioni, non dovrebbero esserci limiti da politically correct, soprattutto se poi nella vita reale, dal linguaggio alle azioni quotidiane, il famoso correct non viene applicato.

Penso alla Fagnani che  per me è un mito. Ma se all’inizio nelle sue interviste era una vera Belva piano piano, si è dovuta anche lei adattare alle regole del sistema ed ha cominciato a graffiare sempre meno….. meno male che c’è Fiorello! A lui fortunatamente tutto è concesso“.

Lui è andato a favore di Morgan è nessuno lo ha criticato.

Lui può tutto. Ed è l’esempio di come si possa parlare di tutto e tutti, con grande ironia, senza offendere mai niente e nessuno”.

Lei che bambina è stata? 

“Una bambina non convenzionale. Un pò scugnizza ma cresciuta con regole e principi solidi dettati dalla mia educazione familiare. Ho dato un po’ di filo da torcere alla mia mamma. Devo ammetterlo. Sono stata rappresentante di classe, rappresentante di istituto, volevo sempre affermare le mie idee e sono sempre molto combattiva. Mia madre infatti, a tal proposito, mi ha  guidato nella scelta dell’università indirizzandomi verso la facoltà di giurisprudenza. ha sempre pensato che potessi essere un super  avvocato di successo. e credo avesse ragione. Ma alla fine all’’ars oratoria  ho preferito l’ars comica. In fondo lo studio mi è comunque servito.quando sono in scena a teatro, faccio comunque  una arringa di un’ora e mezza. E senza contraddittorio”.

Quando ha capito che la sua strada sarebbe stata la recitazione?

Sono stata fortunata perché ho dei bei ricordi di mio padre e dei mie genitori che erano appassionati di teatro e mi ci hanno portato sin da piccola. mi hanno fatto conoscere Totò, Edoardo, le commedie di De filippo, ho avuto la fortuna di vedere Concetta e Peppe Barra che era un ragazzino. Loro erano amanti del teatro, del cinema e dell’arte in genere e hanno trasmesso a noi figli le stesse passioni.

Intorno ai 13/14 anni sono entrata nella mia prima compagnia teatrale del mio paese a Pomigliano. Ho fatto diversi corsi di teatro. La facoltà di giurisprudenza, mi permetteva di non avere l’obbligo di frequenza, così da poter seguire i corsi di improvvisazione e laboratori comici a Roma, mentre nel frattempo facevo anche l’animatrice nei villaggi turistici. quando studiavo? Beh bastava organizzarsi. Tornavo facevo la sessione d’esame e riparativo subito. Dopo la laurea però ho detto ora basta. Da adesso mi dedicherò solo alla mia unica passione e sono andata definitivamente a Roma”.

Quando si è resa conto di avercela fatta?

Ancora oggi non penso di avercela fatta. Di certo oggi più di ieri sono molto più popolare. Se mi guardo indietro mi accorgo che ho fatto tante cose, quanti traguardi raggiunti, tanti sogni realizzati ed incontri lavorativi con dei miti che ancora non mi sembra vero aver conosciuto! in fondo sono fiera di me ragazza di provincia con tanti sogni nel cassetto  realizzati. La mia determinazione e passione. Unite alla testardaggine mi portano ad essere ancora qui a fare questo lavoro così precario emotivamente. E non solo. Ma ci sono ancora tanti sogni da realizzare e tante tappe da poter raggiungere. E so che le raggiungerò. O almeno non smetterò di provarci”.

Ricorda cosa ha comprato con il suo primo stipendio da attrice?

Che bella domanda, credo il mio primo motorino qui a Roma. Si prima il motorino e poi la macchina. La  mia Hunday ix20 nera – come si può facilmente evincere due mezzi di locomozione che mi permettevano di essere autonoma ed indipendente. Con la mia macchina ho girato mezza Italia. facevo serate di cabaret nei pub e locali. L‘idea di libertà l’ho sempre pretesa da me stessa. Mia madre mi ha sempre insegnato che la prima regola è l’indipendenza. In assoluto lo studio e la cultura – quindi la Laurea – sono i primi strumenti che ti permettono di poterlo essere. E poi di puntare, grazie a quelli all’indipendenza economica. Qualunque essa sia. Perchè è quella che rende tutti, specie le donne, liberi”. 

Parlando dei suoi personaggi, come sceglie chi imitare?

Mi posseggono, vengo posseduta. Li guardo e c’è qualcosa che mi colpisce particolarmente. Di Myrta la voce e questa sua gigantesca presenza scenica, questa sua fissità, un totem, questa sicurezza nella gestualità e nelle movenze. Mi arrivava questa energia che lei poteva gestire tutto. di Serena invece mi è arrivato il suo aspetto più fanciullesco e  “caciarone” , anche per lei valle il discorso delle sue mani roteanti e della sua gestualità che mi ha colpito in maniera preponderante. Anche Donna Imma Polese ha una fisicità forte e strutturata, sono tutte donne molto forti quello che imito. Sarà che forse mi identifico un pò in ognuna di loro. La prima mia parodia è stata quella di Chanel della serie tv Gomorra, interpretata da Cristina Donadio sono attratta da donne molto forti.. Quando mi dicono dai fai un nuovo personaggio, mica lo si crea cosi all’improvviso. Io mi devo innamorare di qualcosa. E solo quando la scintilla è scoccata ..oso. 

Andrebbe a Sanremo come ospite o co-conduttrice?

“Certo! Andrei anche come stylist di Amadeus. Lo aiuterei nei cambi di abito dietro le quinte (ride). Il palco dell’Ariston è una vetrina artistica molto importante e tutte le attrici sognano di scendere la famosa scalinata. Sono davvero contenta che quest’anno sul palco ci sia Teresa Mannino, una collega che stimo molto”.

C’è un programma della tv di ieri o di oggi che le piacerebbe condurre? 

Quello che sta facendo Stefano De Martino, Bar Stella, è un programma bello cucito perfettamente su di lui, che è bravissimo. Un programma in cui si divertono tutti, facendo divertire chi li segue da casa. Ecco mi piacerebbe fare una conduzione o anche una co-conduzione così. Un programma fatto con un gruppo di amici o comunque con artisti che stimi con cui creare divertendoti! Io cresciuta con Arbore ed Indietro tutta, ma anche con Stranamore e Colpo di fulmine della Marcuzzi adorerei anche fare un programma itinerante – che un po’ già lo e PAZZI DI NAPOLI – che mi permetta di girare l’Italia e viaggiare. 

Prossimi progetti?

Mi sono arrivate due proposte per due prossimi film. Mi è stata fatta una proposta stravagante e totalmente distante dalla Barbara fino ad ora conosciuta. Per ora è solo un’idea. Ma chissà che la mia curiosità non mi spinga ad osare anche stavolta. Tornerò in tv presto – con  un nuovo programma comico – e non vedo l’ora di scrivere nuovi monologhi da portare  sia in tv che  in scena a teatro. Il prossimo anno sarà un’esplosione di novità e nuove idee.. un pò come il Vulcano che vive in me. In fondo come si dice? L’augurio che mi faccio è che: IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE!

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