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Anticipazioni “Facciamo che io ero”: Virginia Raffaele racconta le sue innocenti evasioni

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Da stasera in tv, giovedì 18 maggio 2017, vedremo Virginia Raffaele, una nuova protagonista e un programma esordiente. Inizia infatti “Facciamo che io ero“, in prima serata su Raidue. Esilarante più che mai Virginia Raffaele porterà le sue maschere. Ecco le sue parole e le aspettative su ognuna di loro. La brillante artista, che abbiamo ammirato ospite di Fabio Fazio racconta se stessa e le tappe della sua vita.

Anticipazioni “Facciamo che io ero”: Virginia Raffaele al luna park

Iniziamo con Virginia Raffaele in una foto di quando era bambina. Si trova al luna park di Roma, ai tempi proprietà di famiglia. Si vede una ragazzina vestita da principessa che volteggia. Se avete pensato che possa trattarsi di lei, avete sbagliato. Virginia Raffaele è immortalata in un lato della foto, imbacuccata nei panni di un clown.

Con il viso che esprime tutto il suo malessere, un misto di meraviglia e incomprensione per quella lì, che ha tutto ciò che lei vorrebbe. “Ancora oggi osservo corpo, tic, voce, gesti di un’altra e ci entro dentro. Per l’ennesima innocente evasione”, sono le sue parole.

Questo sarà ciò che farà Virginia Raffaele nel suo primo one woman show.  La vedremo in Tv dopo Sanremo e una tournée, Performance. Il titolo del programma, che è stato prodotto da Rai2 in collaborazione con Ballandi Multimedia e verrà trasmesso in prima serata su Raidue dal 18 maggioè già un gioco: Facciamo che io ero.

Anticipazioni “Facciamo che io ero”: i vari momenti di vita di Virginia Raffaele

Allora giochiamo, facciamo che è lei da piccola. Pronta la sua risposta: “Ero “quella delle giostre”. Davo i pesci rossi a chi li vinceva. Finivo i compiti sulle panchine. Buffa mio malgrado. Presa in giro parecchio: gambe lunghe, corpicino, sempre qualcosa fuori posto”.

Virginia Raffaele adolescente. “Eravamo aperti sempre, festivi compresi. C’era da faticare. Sentivo il peso della responsabilità. Niente cazzate come droga, fumo, alcol o mega vacanze con le comitive. Primo bacio sotto al Brucomela”.

Infine Virginia Raffaele oggi.  “Lavoro e basta. Non mollo un centimetro, mai. Non svuoto la testa, non mi abbandono. Mi punto la pistola alla tempia da sola. Quando mi dicono: “Questo è il tuo momento”, mi sale l’ansia. Lo vedo che finisce. Antidoti? La leggerezza, quando riesce nel senso di Calvino: planare sulle cose dall’alto”.

Se fosse i suoi genitori. “Hanno avuto trascorsi faticosi, a volte dolorosi, e pieni di sacrifici. Poi ci hanno tolto il parco dal niente, dopo mezzo secolo che eravamo lì. Noi tre insieme siamo la bussola”.

Pensa mai a figli suoi? “Ho avuto vicino per cinque anni la figlia del mio ex compagno, Ubaldo Pantani e oggi mi manca un pezzo”. E un uomo? “La solitudine pesa, ma ci sono periodi che non ce n’è per niente e nessuno”. Si piace? “Quando trasformo il contrattempo in una battuta, e chi mi sta davanti sorride”.

Che cosa le fa paura? “L’errore. E la fine. Quando si spengono le giostre”. Porta maschere al silicone, come le donne sfregiate dall’acido. “Quel tipo di realtà mi spegne qualsiasi tipo di ironia, fantasia e serenità”.

Questa è una parte dell’intervista che Virginia Raffaele ha rilasciato a Vanity Fair, pubblicata nel n. 19/2017 della famosa rivista.

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