In questi anni ha spesso interpretato donne forti ma anche sofferenti. Donne ad un bivio che di fronte alle difficoltà della vita si trovano a dover scegliere se reagire o soccombere. E proprio nella docu-fiction “Storia di Nilde” in onda il prossimo 5 dicembre su Raiuno Anna Foglietta ha vestito i panni di Nilde Iotti, la prima donna in Italia ad essere eletta Presidente della Camera dei deputati. Un racconto che si intreccia alle testimonianze di illustri personaggi e che ci restituisce la figura di una eroina della Resistenza che ha avuto il merito di combattere contribuendo al processo di emancipazione femminile e ad alcune importanti conquiste di civiltà per il nostro Paese. In questa intervista, rilasciata in esclusiva a SuperGuida Tv, Anna ci racconta l’emozione che ha provato quando ha saputo di dover interpretare questo grande personaggio confessandoci anche di essersi messa a piangere prima di girare la scena del discorso alla Camera dei Deputati.
Intervista esclusiva ad Anna Foglietta, protagonista della docu-fiction “Storia di Nilde”
Abbiamo intervistato l’attrice Anna Foglietta, protagonista della docu-fiction “Storia di Nilde” in onda il prossimo 5 dicembre su Rai 1. Ecco la nostra intervista completa.
Anna, qual è l’aspetto di Nilde Iotti che ti ha colpito di più?
“Credo che il direttore di Rai Fiction abbia intravisto in me la passione necessaria per interpretare un personaggio così complesso. Ero molto intimidita e spaventata da una parte ma anche estremamente lusingata dall’altra nell’essere stata scelta per vestire i panni di una donna che ha fatto la storia dell’Italia”.
Qual è stata la tua reazione quando hai saputo di dover interpretare Nilde Iotti?
“Prima che venissi scelta per interpretarla ero andata alla Casa Internazionale delle donne perché mi piace rivisitare quei luoghi importanti per le donne non solo dal punto di vista femminile ma anche politico. In quell’occasione avevo acquistato un libro sulle donne della Costituente. Sono partita per girare il film di Carlo Verdone e mentre ero al mare ho iniziato la lettura. Dopo un po’ mi arriva una telefonata. Mi volevano per interpretare Nilde Iotti. Rischiai di cadere dalla sedia. Non potevo credere a questo sincronismo così perfetto e così giusto per me in quel momento. Ho accettato subito e lo dico senza falsa modestia. L’unica preoccupazione era di non essere all’altezza. Ci ho creduto e mi sono emozionata tanto”.
C’è stata qualche scena che ti ha lasciato il segno?
“Prima di girare la scena del discorso alla Camera dei Deputati sono scoppiata a piangere. Il truccatore mi minacciava in camerino perché era preoccupato che il trucco colasse. Ero così emozionata di entrare in quel luogo per me sacro e di pronunciare parole così importanti, frutto di una militanza così appassionata e di una storia travagliata e struggente, che ho pensato per un attimo che era proprio grazie a Nilde se noi oggi, uomini e donne, possiamo considerarci liberi. Dovremmo onorare di più la sua memoria e le sue battaglie. Spero che la sua figura possa essere di ispirazione per le persone che non riescono a trovare una strada nella propria vita”.
Oggi Nilde Iotti per cosa si batterebbe?
“Se fosse ancora viva si batterebbe con tutta se stessa in Parlamento per raccontare e trasmettere qualcosa in più agli uomini e alle donne che spesso sono vittime di ingiustizie e soprusi. Questi temi mi sono molto a cuore. Credo che rientri in un mio progetto esistenziale prima ancora che artistico”.
Purtroppo ancora oggi le donne sono vittime di femminicidio. Una piaga sociale che non si riesce a debellare.
“Sono reduce da un evento che si è tenuto proprio la scorsa settimana alla Casa Internazionale in occasione della giornata mondiale contro la violenza di genere. Ho letto tante testimonianze di donne vittime di abusi e violenza. Il punto è che l’uomo ha vissuto per secoli in modo patriarcale la sua esistenza e ha paura di cedere il passo alla donna che man mano si sta affermando chiedendo quel posto di libertà che le spetta. La rivoluzione è stata così repentina rispetto a questa condizione ancestrale che l’uomo ancora non riesce a vederci nelle cariche che ricopriamo. La donna di fronte ad un atto violento dovrebbe essere capace di mettere subito un freno. L’Italia al confronto di altre realtà è la punta di un iceberg. A fare la differenza è l’esempio e non le parole”.
Il suo fare politica in modo garbato è qualcosa che induce alla riflessione rispetto ai toni che vengono usati oggi.
“La gentilezza e il garbo l’ho respirata soprattutto entrando alla Camera perché tutte le persone che l’hanno conosciuta ne hanno un ricordo bellissimo. Nilde era una donna molto attenta e premurosa. Trovo che ci sia qualcosa di affascinante nelle persone di potere che non pensano solo a se stesse e che non cercano distrazioni. Proprio perché sei chiamata a rappresentare gli italiani devi dimostrare empatia. E Nilde aveva proprio questa capacità. Ciò che manca oggi è proprio la mancanza di empatia. Si preferisce giocare con le parole piuttosto che parlare in modo diretto”.
Nilde non ha mai dovuto scegliere tra politica e sentimenti. E’ stata forse anche questa la sua rivoluzione.
“Nel primo discorso che ha fatto alla Camera dei Deputati ha messo al centro di tutto il sentimento. Se una donna è libera sentimentalmente di scegliere il proprio compagno allora vuol dire che è anche libera di esprimersi perché avrà una persona che l’accoglie e non che la costringe. Puntare il dito sul sentimento ha rappresentato una rivoluzione politica perché mai nessuno fino a quel momento ci aveva pensato”.
Una docu-fiction che non appassionerà solo i nostalgici del comunismo.
“Credo che quei personaggi non discutessero mai pubblicamente perché era nel privato che se ne dicevano di santa ragione. Oggi è esattamente il contrario. Si litiga pubblicamente e poi si va a cena insieme. Questo è il problema. All’epoca c’è stato un grande incontro – scontro anche tra forze politiche lontane. Quando Nilde fu chiamata da Andreotti a discutere dell’aborto mantenne un rispetto nei confronti dell’altra posizione. Il suo atteggiamento non era sinonimo di debolezza bensì di forza. Rimanere ancorata all’ideologia del proprio partito è stato fondamentale nel portare avanti le sue battaglie. Per chi come me crede nella politica oggi si sente sofferente e deluso”.
La figlia di Nilde ti ha dato qualche consiglio?
“Marisa l’ho incontrata solo dopo la realizzazione della docu-fiction. Abbiamo visto il film insieme. L’ho trovata una donna molto simpatica e semplice. E proprio nella semplicità per me è racchiusa la bellezza dell’esistenza. Pensa che Nilde amava cucinare e preparava degli ottimi tortelli di zucca. Ha vissuto la sua vita in modo coerente e quando le fu offerta l’opportunità di dormire alla Camera dei Deputati lei scelse di tornare a Montesacro in cui aveva la sua abitazione perché l’opulenza non le interessava”.
Hai mai pensato di scendere in politica?
“Non ho intenzione di candidarmi con nessun partito. Every Child is my child è il mio modo di fare politica e di rispondere a certi abbrutimenti. Voglio rimanere libera e pura”.
Prossimi progetti?
“Sarò protagonista del nuovo film di Carlo Verdone che uscirà a febbraio. Poi ho girato anche un film con Lillo e Greg e un thriller psicologico assieme a Sergio Castellitto e Lorenzo Richelmy. Insomma, ho avuto un bel po’ da fare (ride)”.
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