Amadeus: “a 7 anni mi sono ammalato di nefrite”. Su Sanremo: “facciamo il Festival e poi decidiamo”

Sanremo 2024 Amadeus Co-conduttrici

Cresce l’attesa per la 74esima edizione del Festival di Sanremo 2024. Amadeus a poche settimane dall’inizio si è raccontato a cuore aperto dalle pagine del settimanale Chi: dalla scoperta della malattia in tenera età fino all’amore sconfinato per la kermesse canora!

Amadeus: “Sanremo? Pensavo di fermarmi dopo il primo. Onorato che la Rai mi abbia chiesto di proseguire”

Sanremo è Sanremo. Lo sa benissimo Amadeus che quest’anno ne è conduttore e direttore artistico per il quinto anno consecutivo eguagliando così il record di Pippo Baudo e Mike Bongiorno. Dalle pagine del settimanale Chi, Ama ha confessato: «in realtà pensavo di fermarmi dopo il primo Festival perché, quando mi è stato chiesto per la prima volta, dentro di me ho pensato: “Non avranno trovato nessun altro”. Mi ero fatto questa idea, ma poi mi sono detto: “Lo devo fare come va fatto”. In questo non ho avuto un atteggiamento prudente. Ho detto: “Lo faccio come voglio, mi assumo la totale responsabilità”».

Il successo del primo Festival è stato enorme. Così Ama è stato riconfermato anche per il secondo anno, il più difficile e complicato per via della pandemia da Covid-19. Un Festival senza pubblico e con un silenzio rotto solo dalla musica rock dei vincitori Maneskin. «Il secondo mi è stato chiesto ad agosto – ha dichiarato il conduttore – era l’anno del Covid e non era sicuro nemmeno che lo avremmo fatto. Mi sono impuntato per farlo, non volevo che ci fosse un buco di un anno: Sanremo è un appuntamento costante nella storia del Paese e della musica. Dopo il Covid pensavo di non farne altri, invece andò bene e feci anche il terzo. L’amministratore delegato di allora della Rai, Carlo Fuortes, mi disse: “Ti va di fare i prossimi due Festival?”. Ed eccomi al quinto».

Amadeus: “Non ho preclusioni se un cantante viene da un talent”

Il futuro di Amadeus a Sanremo è ancora da decidere. Intanto il conduttore e direttore artistico ha eguagliato il record di Pippo Baudo e Mike Bongiorno, ma non esclude la possibilità di tornare anche il prossimo anno.

«Ho detto “mi fermo a cinque Festival consecutivi” anche perché altrimenti Fiorello mi chiude in una stanza e butta la chiave! Sono onorato del fatto che la Rai me lo abbia chiesto, mi lusinga. Ho detto, per una questione di rispetto, per non essere categorico: “Facciamo la settimana del Festival e poi ci sediamo e capiamo”. L’intenzione è di fermarmi a cinque consecutivi, già aver raggiunto il traguardo di personaggi del calibro di Pippo Baudo e Mike Bongiorno è un onore» – ha detto Ama. Sui cantanti scartati ha precisato: «Arisa è una bravissima cantante, una cara amica. È chiaro che sia difficile scegliere, arrivano 400 brani e, se ne scegli 30, è normale che gli altri 370 ci rimangano male. Sono stati presentati brani e artisti di grande valore, ma non ho pentimenti, quello che c’è è quello che volevo per questa edizione. E non potevo prenderne uno di meno, non c’era un brano che potessi togliere».

Sulla questione talent, invece, non ha dubbi: «Non ho preclusioni, se qualcosa mi piace, che venga da Amici, X Factor o altri talent, non trovo giusto escludere un artista a priori solo perché non viene da programmi Rai. Se ci sono trasmissioni che forniscono talenti, le guardo. Sono sempre alla ricerca, ho molta curiosità per tutto».

Amadeus e la malattia a 7 anni: “Ricordo la sofferenza, il dolore dei miei genitori”

La vita di Amadeus non è stata semplice. A soli 7 anni il conduttore si è ammalato di nefrite rischiando la vita. Tre mesi presso l’ospedale di Bussolengo con i suoi genitori che hanno chiesto la grazia a Santa Rita da Cascia. Da questo il nome Amedeo Umberto Rita Sebastiani. «Sono molto credente, e credo che i miracoli possano accadere. Per questo prego Dio e Santa Rita per la salute, non prego mai per il lavoro, per farmi andare bene Sanremo, lo troverei irrispettoso» – ha detto Ama.

Parlando proprio di quel periodo difficile della sua vita ha detto:

«Ricordo tutto perfettamente, anche se avevo 7 anni. Ho un ricordo nitido, come se fosse accaduto cinque anni fa. Ricordo la sofferenza, il dolore dei miei genitori, i pianti quando il dottore disse loro che la situazione era grave. Ricordo le trasfusioni, l’ospedale. Ho tutto qui, davanti agli occhi. Per due anni non ho potuto fare sport, correre, vivere come tutti gli altri bambini. E ricordo la gioia quando, a 9 anni, il dottore mi disse: “Ora sei guarito, puoi tornare a giocare a pallone”. Questa cosa mi ha responsabilizzato, sono cresciuto più velocemente. Sono sempre stato responsabile, non ho mai fatto colpi di testa perché non volevo dare altri dolori ai miei genitori».

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