L’Ucraina ha bisogno del nostro aiuto, ma non col televoto: all’Eurovision vince la nostra ipocrisia

Eurovision 2022 vincitore Ucraina

Si è conclusa l’edizione italiana dell’Eurovision Song Contest, che a Torino ha visto trionfare la Kalush Orchestra. E fin qui niente di nuovo, ma se vi dicessimo che queste righe di apertura le avevamo preparate prima ancora della finale dell’Eurovision?

Ucraina all’Eurovision, una vittoria scontata

Ora noi non siamo qui per fare i critici musicali, mestiere che lasciamo volentieri a chi per farlo viene retribuito (in soldi o in like, fate voi). Noi però sapevamo che l’Ucraina avrebbe vinto l’Eurovision, e non perché conoscevamo la bellezza del brano “Stefania” (ripetiamo, i critici musicali sono altri, noi non ci esprimiamo), ma perché conoscevamo l’ipocrisia del popolo Europa. Eh sì, è proprio qui che vogliamo andare a parare.
Quanto godiamo nel sentirci brave persone? Quanto ci piace convincerci di essere migliori degli altri? Moralmente ineccepibili e spiritualmente puri, diciamo la verità: ne abbiamo proprio bisogno.

Sì, abbiamo bisogno nei giorni festivi di fare un bagno a quella coscienza che sporchiamo nei giorni feriali, viviamo per quella sensazione di freschezza che ci fa sentire dei santi, come se cambiarsi le mutande impedisca al nostro sedere di sporcarle di nuovo, giorno dopo giorno. Peccato che la coscienza non sia un paio di mutande e che non si possa cambiare ogni mattina appena alzati con disinvoltura e moderata praticità. No. Allora cerchiamo sempre il modo più comodo, il più facile per smacchiarci del peso di ciò che colpevolmente non facciamo.

All’Ucraina dobbiamo far vincere la guerra, non l’Eurovision

E dunque, ora che abbiamo in massa votato l’Ucraina all’Eurovision guidandola alla vittoria, crediamo di aver fatto la cosa giusta. Ed effettivamente ci illuderemo che sia così, perché qualche rivista celebrerà questo trionfo e lo decorerà con pensieri di retorica adornata con messaggi di pace. Di fatto, al di là della polemica a prescindere, i votanti dell’Eurovision hanno lanciato il chiaro messaggio di essere dalla parte dell’Ucraina e che la sostengono in ogni campo.

Certamente nobile come sentimento, per carità. Ma, secondo voi, era davvero questo l’aiuto di cui aveva bisogno l’Ucraina? La vittoria di una competizione canora restituirà la terra agli ucraini e riporterà in vita i morti? O magari eviterà che la Russia avanzi ulteriormente e continui a uccidere? Che cosa crediamo di aver ottenuto vantandoci di aver fatto vincere l’Ucraina?
Durante la raccolta dei voti su Rai 1 si sono dette frasi come “Se lo meritano”, “Giusto così” e, addirittura, “Poverini, fanno quasi tenerezza”. Onestamente questi messaggi sono davvero stucchevoli. Ma secondo voi un popolo forte come quello ucraino, un popolo che non se la fa addosso davanti a un pazzo armato di armi nucleari, ha bisogno della vostra pietà? Della vostra compassione?

L’Ucraina ha bisogno di vincere la guerra, non l’Eurovision. Ma noi, da buoni occidentali, siamo abituati a guardare con distaccata commozione di facciata chi è in una situazione svantaggiata, trattandolo proprio come uno svantaggiato ma dissimulando il tutto. Guardate che gli ucraini non sono mica come i panda allo zoo che guardate e dite “Uh, poverini, diamogli due foglioline di eucalipto così non si estinguono”. Gli ucraini meritano rispetto e aiuti concreti, non di sorrisi compassionevoli. Agli ucraini non frega proprio niente delle nostre str**zate da benpensanti, gli ucraini hanno la loro casa da difendere e noi dovremmo aiutarli in questo se proprio vogliamo renderci utili alla loro causa.

Quindi ci viene spontanea una domanda: a chi è servito che l’Ucraina vincesse l’Eurovision? Agli ucraini che così troveranno la pace o a noi che li abbiamo votati per sentirci in pace con noi stessi?

Chi vivrà, vedrà. E speriamo che a vivere siano gli ucraini, con o senza Stefania.

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