Fondazione Arena di Verona presenta La Bohème in scena al 101° Festival 2024 per il centenario pucciniano. Presentato oggi alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano il nuovo progetto del 101° Festival, tra i primi bozzetti dell’opera e la partitura manoscritta di Puccini, esposti per l’occasione nella Sala Maria Teresa. Il 19 e il 27 luglio Daniel Oren dirige un cast internazionale: Vittorio Grigolo, Juliana Grigoryan, Luca Micheletti, Eleonora Bellocci, Alexander Vinogradov. Alla regia della nuova produzione Alfonso Signorini al debutto areniano con scene di Guillermo Nova.
Alfonso Signorini alla regia de “La Bohème” all’Arena di Verona
“L’opera perfetta” secondo direttori, registi e cantanti, scolpita anche nel cuore del pubblico sin dalla trionfale prima torinese del 1896 (dirigeva il giovane Toscanini) per il suo mix irripetibile di sentimento e umorismo, amore, amicizia ed energia, con alcune delle melodie più belle e delle arie più celebri e amate di sempre, La Bohème torna all’Arena di Verona dopo tredici anni di assenza, in occasione del centenario della morte del suo autore, Giacomo Puccini. Per due irripetibili serate, il 19 e il 27 luglio, Fondazione Arena produce un nuovo allestimento del capolavoro pucciniano, affidandone la regia ad Alfonso Signorini, giornalista e scrittore, uomo di spettacolo, docente e da sempre appassionato conoscitore e divulgatore di arte e musica, con diverse regie d’opera all’attivo, al suo primo cimento con gli spazi unici dell’Anfiteatro scaligero.
Cecilia Gasdia, Sovrintendente Fondazione Arena: «Lieti di riportare La Bohème in Arena»
«Siamo lieti di riportare La Bohème in Arena – dichiara Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena – non solo per la felice ricorrenza del centenario pucciniano, ma perché è uno dei titoli dei più belli di sempre e merita di arrivare a tutti. Un’opera che conosco bene e che mi è particolarmente cara, come interprete prima che come Sovrintendente. Qui Puccini ha davvero infuso tutto il suo cuore, oltre alla sua arte, e si sente quanto quest’opera sappia di amicizia, amore, sorrisi, divertimento, scoperte e dolori, in una parola: di verità. E mostrarla in tutte le sue sfaccettature è l’intento del nuovo allestimento, affidato peraltro ad un cast di artisti eccezionali».
Alfonso Signorini: «Abbiamo un impianto scenico del tutto trasparente»
«Chi è Mimi? Che vita conduce questa ragazza che vive a pochi metri da Rodolfo e appare all’improvviso nella sua vita? – partendo da queste domande per la propria regia, Alfonso Signorini dichiara: – Abbiamo immaginato un impianto scenico del tutto trasparente, che consenta a più azioni, anche a quelle tradizionalmente nascoste, il loro svolgimento. Gli occhi dello spettatore potranno spostarsi dalla mansarda di Rodolfo e dei suoi amici a quella di Mimi, sorpresa nelle sue scene di vita quotidiana. Così nel secondo atto: complice una altrettanto trasparente pedana che riveste l’intero palcoscenico, in cui vive il mondo di metà Ottocento, ricostruito, dai costumi ai singoli dettagli, in modo scrupoloso, a rappresentare un vero e proprio tableau vivant, che non conosce stagioni».
Intervista ad Alfonso Signorini
Alfonso Signorini, come fa a dividersi tra regia di un’Opera come La Bohème, la conduzione del Grande Fratello, il giornalismo e le sue mille passioni?
«Dire grazie un briciolo di follia e tanta passione. Come dico sempre: bisogna essere curiosi della vita, io ho tanta curiosità. Mi piace molto spaziare e mangiare della vita. Mi preparo a questo debutto areniamo, anche se in realtà è da tempo che mi occupo di regie e di opere liriche, però certamente il debutto all’Arena di Verona è qualcosa di estremamente importante, oltre che molto emozionante. Ci entro in punta di piedi e con grande rispetto. Sono convinto che la regia di un’Opera deve essere a servizio della musica senza tanti protagonismi, non sarà La Bohème di Signorini, è La Bohème di Giacomo Puccini, tengo molto a questo. Vado un po’ controtendenza, non ho bisogno di acquistare fama attraverso la regia di un’Opera. La mia c’è l’ho già».
Come è nata in lei la passione per l’Opera?
«Da bambino. È una passione che affonda le sue radici dall’infanzia. Sono stato un bambino molto solitario, nonna mi ha estradato alla musica lirica, quindi quando i miei compagni infilavano le musicassette di Umberto Tozzi e Loredana Bertè, io infilavo nel mio giradischi la Callas. Da lì poi è nato un grande amore che non ha mai smesso di esistere».
Quanto è importante che opere del genere arrivino in Tv?
«È importantissimo, perchè l’Opera è un archetipo dell’umanità, quindi La Bohème racconta una storia di una ragazza poco più che adolescente che non è una santa, perchè vive la sua età con tutta la sua spensieratezza e nella quale ogni ragazzo si può trovare, ed è giusto che l’opera arrivi nelle case della gente. Io ci credo, lo abbiamo già fatto con Turandot e Canale 5 in seconda serata, arrivando ad avere ottimi risultati di share, questo a dimostrazione che l’Opera è giovane, poi attraverso interpreti straordinari, abbiamo qui Vittorio Grigolo che ha fatto anche il giudice ad Amici. È una contaminazione in cui crediamo moltissimo».
Le piacerebbe anche sperimentare la regia di un film o una serie tv?
«No, quello no. Io credo che non basti la passione. Cioè, la mia vera passione che deve alimentare nuove avventure è l’Opera Lirica. Non nutro la stessa passione per il mondo del cinema. La regia come nel teatro anche nel cinema, richiede le sue regole: io lì mi sentirei un pesce fuor d’acqua, invece questa è casa mia e spero di potercela fare egregiamente».