In questi anni i telespettatori si sono affezionati al suo sorriso e al suo garbo tanto da trovarsi spiazzati di fronte alla decisione della Rai di cancellare il programma “Zero e lode”. Un quiz che il conduttore Alessandro Greco ha definito un esperimento di successo considerando gli ascolti registrati in quella fascia oraria. Oggi, sono ancora in molti sui social a chiedere a gran voce il ritorno del quiz su Raiuno. In questa intervista, Alessandro si è soffermato a parlare dell’affetto del pubblico che continua a mostrargli la sua vicinanza. Ha infatti dichiarato: “Ogni volta che il pubblico ne ha l’opportunità utilizza qualsiasi sistema, social compresi, per farmi arrivare la sua vicinanza. Oltre al senso di orgoglio e gratitudine che provo per questo, sono contento di aver centrato quello che alcuni miei maestri mi hanno insegnato. I miei genitori televisivi sono Raffaella Carrà e Sergio Japino. Pensa che quando incontrai Corrado e la moglie Marina Donato in occasione della cerimonia per la consegna dei Telegatti mi dissero che avevano notato un particolare slancio del pubblico nei miei confronti. Corrado mi disse: “tu ci metterai molto poco a passare dal successo che può anche essere effimero e variabile alla popolarità“. Si dice disponibile ad un bis del programma nonostante il suo sogno sia di poter portare una ventata di spensieratezza nelle case degli italiani. A tal proposito ci ha confessato che gli piacerebbe riportare in TV “Seven Show” un programma che aveva avuto il merito di far emergere numerosi comici, oggi affermati, come Gabriele Cirilli e Antonio Giuliani. Di recente, lo abbiamo riconosciuto nelle vesti del Mastino nel programma “Il cantante mascherato”. Alessandro Greco non solo ha dalla sua l’eleganza, un tratto che lo accomuna ai grandi come Corrado e Fabrizio Frizzi, ma anche una profonda umiltà. Noi ci auguriamo di ritrovarlo presto in televisione e gli facciamo un forte in bocca al lupo!
Alessandro Greco, intervista esclusiva
Alessandro, ancora in queste settimane si stanno moltiplicando sui social gli appelli di persone che vorrebbero un ritorno del quiz “Zero e lode”. Ti sei spiegato il perché di questo successo?
Quello che si è verificato con “Zero e lode” è una sorta di fenomenologia imprevista. La nostra intenzione assieme alla Rai e alla Endemol era di posizionare in quella fascia oraria un programma diverso dal solito contenitore salotto pomeridiano. Poi però ci è venuta in mente l’idea di un quiz come un esperimento che ritenevamo potesse avere una durata abbastanza relativa. Iniziando a settembre pensavamo di arrivare a gennaio che è il periodo in cui si valuta se un programma possa arrivare a fine stagione. Con il tempo ho notato che il programma si identificava con me e viceversa. La quotidianità del programma ha portato una parte del pubblico a conoscermi e un’altra parte a “ri-conoscermi” ovvero a conoscermi di nuovo vista mio malgrado la presenza saltuaria in televisione. Un binomio che si è verificato ancora prima con “Furore” che è diventato un marchio di fabbrica. Nel caso di “Zero e Lode”, La fase 1 del programma è coincisa con la conoscenza del gioco. Unitamente a questo aspetto ha fatto la differenza il il clima, l’ambiente, lo spirito che si era creato nel giro di pochi mesi. Tutto ciò ha influito sulla fidelizzazione del pubblico in modo sorprendente considerando la natura sperimentale del progetto.
Che effetto fa sapere di essere così amato e apprezzato dal pubblico?
Ogni volta che il pubblico ne ha l’opportunità utilizza qualsiasi sistema, social compresi, per farmi arrivare la sua vicinanza. Oltre al senso di orgoglio e gratitudine che provo per questo, sono contento di aver centrato quello che alcuni miei maestri mi hanno insegnato. I miei genitori televisivi sono Raffaella Carrà e Sergio Japino. Pensa che quando incontrai Corrado e la moglie Marina Donato in occasione della cerimonia per la consegna dei Telegatti mi dissero che avevano notato un particolare slancio del pubblico nei miei confronti. Corrado mi disse: “tu ci metterai molto poco a passare dal successo che può anche essere effimero e variabile alla popolarità”. Un dono che mi consigliò di conservare e custodire perché l’affetto del pubblico è la conquista più grande che si possa ottenere nel corso della carriera. Quando sento, vedo e leggo questi riscontri da parte del pubblico mi rendo conto di aver centrato questo obiettivo che è di natura innanzitutto personale e poi professionale.
Saresti disponibile per un bis?
Ciò che va spiegato al pubblico è che le cose si fanno insieme, di concerto. Non sono soltanto io a decidere ma se ci fosse una iniziativa in tal senso ne sarei ben felice.
Lo scorso anno hai partecipato come concorrente a “Il cantante mascherato”. Cosa hai pensato quando ti hanno proposto questo show?
Sono stato molto contento di essere stato chiamato da Milly Carlucci per questo programma innovativo e mai visto prima in Italia. L’ho colto anche come un segno perché lei venne a fare un’ospitata l’anno scorso durante la finale di Miss Italia. Dopo un momento di talk con le ragazze parlammo con lei di questo programma che doveva iniziare e mostrammo anche delle immagini di questo format. E’ stato particolare che fosse venuta ospite da me a parlarne per poi propormi di partecipare. Ho avuto l’opportunità di conoscere meglio Milly Carlucci ed è stata un’esperienza gratificante a livello personale e professionale tanto quanto partecipare a “Il cantante mascherato” in cui ho sperimentato ancora una volta la possibilità di poter essere artisti sempre e comunque ovunque anche all’interno di una maschera voluminosa come il Mastino napoletano tanto che buona parte del pubblico mi ha riconosciuto sin dalla prima puntata dimostrando una conoscenza profonda della mia artisticità.
La padrona di casa Milly Carlucci ti ha corteggiato per caso anche per “Ballando con le stelle”? Come te la cavi con il ballo?
No. Evidentemente ha consapevolezza del fatto che un tronco o un palo ha più mobilità di me (ride). Per “Il cantante mascherato” ci siamo sentiti con Milly e c’è stata da subito una bella intesa. Del resto trovo il canto per me una forma di espressione liberatoria mentre il ballo mi inibisce. Per esempio molto del ballo che ho fatto fare al Mastino napoletano è stato dovuto al fatto che indossavo una maschera. La maschera mi faceva sentire protetto.
Qual è stata l’esperienza più gratificante della tua carriera televisiva?
Quando Raffaella Carrà mi affidò la conduzione de “Il Gran Concerto” su Raitre che era un programma di intrattenimento e divulgazione della grande musica classica. E’ stato un programma pluripremiato anche dal Moige e ha rappresentato, credo, una bella pagina di televisione. Sicuramente, per me.
L’educazione è un tratto della professionalità che tutti ti riconoscono. Rispetto a questo qual è stato il tuo modello di presentatore televisivo?
L’educazione e il rispetto sono due valori che mi stanno particolarmente a cuore. Per quanto riguarda questo tratto caratteriale ti cito due persone: Daniele Piombi che poche volte viene ricordato tra i maestri della conduzione televisiva e Fabrizio Frizzi con cui ho avuto anche un rapporto di amicizia fraterna.
Se avessi la possibilità di tornare indietro, c’è qualcosa che faresti diversamente o buona la prima?
Credo che quello che incontriamo nel nostro percorso sia una grande ricchezza. A volte riusciamo a valorizzarla al massimo, altre volte meno. Mi piacerebbe riproporre in TV un programma che era nato con me e che si chiamava “Seven Show”. Da questo programma sono usciti moltissimi comici, oggi affermati, come Gabriele Cirilli, Antonio Giuliani, Enzo Salvi, Mariano D’Angelo e tanti altri. Viviamo un momento della nostra vita in cui si ha maggiore bisogno di spensieratezza. Un programma come “Seven Show” aiuterebbe il pubblico a lasciarsi andare a qualche sana risata.
Assieme a tua moglie Beatrice hai scritto il libro “Ho scelto Gesù. Un’infinita storia d’amore”. Com’è cambiato negli anni il tuo rapporto con la spiritualità? Sei mai stato percorso dal dubbio?
Questo libro oltre ad essere un racconto testimonianza è un rendimento di grazie a Dio per tutto quello che abbiamo ricevuto nella vita personale e poi in quella di coppia. La presenza di Dio ha caratterizzato la nostra vita da prima che ci conoscessimo e poi quando abbiamo iniziato a camminare insieme. Dubbi non ce ne sono ma anzi si rafforza il senso di sicurezza che la vita in Dio può donare a tutti in un’ottica di disponibilità e riconoscendosi figli bisognosi. Quando scegliamo di vivere questa relazione con Dio possiamo scorgere dei frutti straordinari nelle nostre esistenze.
Che rapporto hai con i social?
A me non piace essere continuamente collegato anche perché mi dispiacerebbe disturbare le persone con una presenza troppo costante nell’arco della giornata. Lo uso per avere con loro un contatto più concreto e anche per aggiornarli circa quello che sto facendo. Purtroppo sui social ci sono anche dei soggetti che tendono a sfogare le loro frustrazioni ma va da sé che come in tutte le cose c’è una parte buona e una parte meno gradevole.
Cosa ti auguri per il futuro?
Mi auguro che dopo questo periodo doloroso e difficile legato alla pandemia si possa andare incontro ad un tempo di vera resurrezione. Uso volutamente questo termine che ha un forte significato cristiano religioso perché ritengo che la nostra vera ricchezza stia nella quantità ma soprattutto nella qualità delle nostre relazioni sociali e interpersonali che auspico possano guadagnare in bellezza e fratellanza.