Al Pacino e Sonny Boy, i ricordi dell’attore: “Sono cresciuto nel Bronx, mia madre mi salvò la vita”

sonny boy al pacino

Il libro di memorie di Al Pacino, “Sonny Boy”, prende il nome dal soprannome che sua madre, Rose, gli diede da bambino. Questo nomignolo affettuoso deriva dalla famosa canzone “Sonny Boy” di Al Jolson, che sua madre amava e gli cantava spesso. Il memoir esplora la sua vita turbolenta, cresciuto nel South Bronx, e il forte legame con la madre e i nonni, che hanno avuto un ruolo cruciale nel tenerlo lontano dai pericoli della strada e indirizzarlo verso il mondo della recitazione.

Nel libro, Pacino racconta dettagli intimi della sua vita, compresi i momenti difficili della sua infanzia, la separazione dei genitori, e il suo percorso verso il successo come attore. Il memoir riflette anche sui suoi ruoli iconici e sulle sfide che ha affrontato nella sua carriera e nella vita personale, inclusa la difficile relazione con il padre, che ha visto raramente dopo la separazione dei genitori.

Al Pacino: “Sono cresciuto nel Bronx, mia madre mi salvò la vita. Essere padre a 84 anni è divertente”

È appena uscita Sonny Boy, l’autobiografia di Al Pacino, scritta in collaborazione con un noto giornalista del New York Times. Attualmente impegnato nelle riprese di Re Lear, Pacino si apre per la prima volta raccontando la sua vita, dall’infanzia difficile fino agli esordi nel cinema, senza tralasciare i momenti più significativi della sua carriera e le sfide legate alla salute. Nel 2020, ha contratto il Covid-19, un’esperienza che lo ha portato a rischiare la vita.

“Ci arrampicavamo sulle cime dei tetti e saltavamo da un palazzo all’altro. Ci aggrappavamo ai sedili posteriori degli autobus e se volevamo del cibo, lo rubavamo” – si legge nel libro.

A “salvarlo” dalle cattive e “pericolose” amicizie fu la madre: “Ero furioso che mi dicesse di non uscire, ma mi ha salvato la vita”.

Sonny Boy, Al Pacino si racconta in un libro

L’attore racconta la sua infanzia nel South Bronx, dove è cresciuto in un ambiente segnato da povertà e difficoltà. Nonostante le sfide, descrive il quartiere come un luogo di avventura e scoperta per lui e i suoi amici, che spesso si cacciavano in situazioni rischiose.

Nonostante il quartiere duro, Pacino parla del supporto fondamentale ricevuto dalla madre e dai nonni, che lo hanno tenuto lontano dai pericoli della strada. Sua madre, in particolare, è descritta come una figura protettiva che lo ha spinto a seguire il suo talento artistico.

Sin da giovanissimo, Pacino si esibiva per i parenti siciliani nel Bronx, imitando attori e spettacoli cinematografici visti con sua madre. Questo ha segnato i suoi primi passi verso la carriera di attore, e successivamente si è esibito in produzioni scolastiche, che lo hanno avvicinato sempre più al mondo della recitazione.

Un altro ricordo significativo è quando, da bambino, quasi annegò nel fiume Bronx durante un gioco imprudente, salvato da un amico.

Questi episodi nel Bronx costituiscono il fondamento della narrazione di Pacino, che descrive come quel periodo abbia influenzato la sua vita e la sua carriera successiva.

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