8 film thriller da vedere per stare con il fiato sospeso

Blackhat film

Continuiamo il nostro viaggio nel mondo del cinema con un altro speciale tematico, in quest’occasione dedicato ai film thriller da vedere assolutamente. Pellicole a sfondo psicologico e ad alto tasso di suspense, ricche di colpi di scena in serie e capaci di lasciare lo spettatore con il fiato sospeso fino all’ultimo minuto. Vi proponiamo perciò otto tra i migliori thriller di sempre, tra grandi classici del passato e cult più recenti (consci che tante altre pellicole meritevoli avrebbero meritato spazio, ma lo spazio è tiranno) che speriamo attirino la vostra attenzione.

8 film thriller da vedere

Eccovi un elenco di 8 film thriller da vedere. Quelle scelti dalla nostra redazione sono: Caccia al ladro, La morte corre sul fiume, La conversazione, Seven, I soliti sospetti, I saw the devil, Gone Girl – L’amore bugiardo e Blackhat.

Caccia al ladro (1955)

Un ladro americano, ritiratosi ormai da diversi anni, vive in una grande villa sulla Costa Azzurra. Ma un suo emulo compie dei clamorosi furti copiando il suo stile, tanto che la polizia arriva a sospettare di lui. Ad aiutarlo a scagionarsi e trovare il vero colpevole sarà la bella e ricca figlia di un petroliere, potenziale vittima del prossimo colpo.

Eleganza e stile ai massimi livelli per questa commedia romantica tinta di giallo firmata dal maestro del brivido Alfred Hitchcock. In perfetto equilibrio tra divertimento e suspense, con un finale dalle mille emozioni, deve gran merito del successo anche ai due protagonisti, un irresistibile Cary Grant e l’effervescente Grace Kelly, in una delle sue ultime apparizioni cinematografiche prima di diventare principessa.

La morte corre sul fiume (1955)

Un falso pastore protestante viene a conoscenza della locazione di 10.000 dollari, rubati tempo prima dal suo compagno di cella ormai condannato a morte. Per trovarli non esiterà a ucciderne la moglie e a minacciarne i piccoli figli.

Strepitoso dramma surreale, unica regia del grande attore Charles Laughton, carico di suspense e scene dalla grandissima carica visionaria. La prova di Robert Mitchum, nei panni di un personaggio folle e crudele, è straordinaria e riesce a creare dei momenti di tensione esasperata. Tutto è perfetto, dalle notturne scenografie spettrali alle musiche malinconiche (inquietante nel contesto la canzoncina religiosa cantata dal villain) a una sceneggiatura malata e folle ma pregna di enorme fascino. Tra noir e film esistenziale, un prodotto più unico che raro, da recuperare assolutamente.

La conversazione (1974)

Harry Caul, il miglior intercettatore di New York, si trova immischiato in un intrigo riguardante il suo ultimo lavoro. Durante l’ascolto delle registrazioni effettuate infatti l’uomo scopre che le due persone spiate temono di essere uccise, e Harry sospetta proprio che il possibile mandante dell’ipotetico omicidio sia il suo datore di lavoro, trovandosi così di fronte alla propria coscienza.

Un film sulla paranoia che è ancora oggi è pregno di un’inquietudine sotterranea che lascia il segno, con diversi spunti di riflessione e un’atmosfera da drama-thriller di indubbio fascino. Un percorso semi-masochistico intrapreso dal protagonista, che si trova (non a torto) a sospettare di tutto e di tutti, negandosi una possibile vita sociale, e che non arriva alla pace neanche nel cupo finale (preceduto da un colpo di scena di alto livello). Ottimo Gene Hackman, nei panni di un personaggio che avrebbe poi citato interpretandone uno coevo nel meno riuscito Nemico pubblico di Tony Scott.

Seven (1995)

Un serial killer uccide le sue vittime in modo efferato, seguendo una sorta di rituale inerente i sette peccati capitali. Sugli omicidi indagano il veterano Somerset, prossimo alla pensione, e il giovane e istintivo Mills.

Thriller teso e avvincente con atmosfere da noir, Seven è stato il film che ha consacrato David Fincher come uno dei registi più promettenti (e il futuro ha certamente confermato l’impressione) della scena contemporanea. Violento più nella fase psicologica che nell’immagine, incalzante fino al machiavellico finale, è lo specchio del male che esiste ovunque, e proprio per questo la città dove si svolgono i fatti non ha un nome e il killer si chiama John Doe, diffuso pseudonimo d’Oltreoceano. Cast in gran forma, con Morgan Freeman e Brad Pitt perfettamente complementari e un Kevin Spacey diabolico per il breve tempo che calca lo schermo. Un vero e proprio “peccato” non vederlo.

I soliti sospetti (1995)

Cinque delinquenti vengono messi a confronto per un’identificazione. Dopo esser stati scagionati, organizzano insieme un grosso piano. Il colpo riesce, e decidono di continuare finchè non si imbattono nel ricatto del fantomatico Kayzer Soze, un leggendario e spietato criminale che nessuno ha mai visto.

Bryan Singer sa giocare col pubblico e lo fa magnificamente, seppur in modo anche sporco e scorretto. Immagini di ricordi che non sono mai accaduti, che vanno a modificare il senso stesso dell’evoluzione degli eventi con una beffarda alchimia e precisione, per ricongiungersi in un finale beffardo e geniale. Una lotta contro il tempo e la menzogna, in un meccanismo a orologeria che non perde un colpo, affidandosi alla sublime e stratificata interpretazione di uno straordinario Kevin Spacey.

I saw the devil (2010)

La ragazza di Kim Kim So-hyun, agente del NIS, viene brutalmente torturata e uccisa da Jang Kyung-Chul, uno psicopatico che sevizia giovani donne. Dopo il funerale, il ragazzo si mette sulle tracce del serial killer, e la sua vendetta sarà implacabile.

Kim Ji-Woon non delude le attesa, e ci regala un thriller perverso e ossessionato incentrato sul tema della vendetta, dolente e senza speranza. Il regista coreano trasforma la storia in un estenuante gioco del gatto col topo, non disdegnando scene ricche di violenza sia fisica che psicologica, tecnicamente eccelso e che riesce a coinvolgere per tutte le due ore e mezza di visione. Ottimo Lee Byung-Hun, mentre Choi Min-Sik si conferma un attore straordinario nei panni del folle assassino.

Gone Girl – L’amore bugiardo (2014)

Nick Dunne fa ritorno a casa e trova la moglie scomparsa. Durante le indagini tutti gli indizi sembrano portare a credere che l’uomo abbia assassinato la donna, ma la realtà è ben diversa…
Dal bel romanzo di Gillian Flynn (anche autrice della sceneggiatura), David Fincher, ancora lui, realizza un’opera impeccabile, toccando un apice di stile forse mai così preciso e riuscendo a instillare alla perfezione i dubbi e le incertezze di una crisi di coppia che qui assume incredibili conseguenze. Due ore e mezza di pura tensione emotiva, narrativamente ribaltate dal cliffhanger centrale, con uno sguardo impietoso verso il mondo dei media e di una società pronta a ergersi giudice e boia. In un grande cast (ottimo anche lo spesso bistrattato, in veste attoriale, Ben Affleck) dove spicca la bellezza glaciale e calcolatrice di una magnifica Rosamund Pike.

Blackhat (2015)

Un impianto nucleare di Chai Wan, a Hong Kong, è vittima di un hacker che provoca un’esplosione al suo interno. Non molto tempo dopo a Chicago un mercantile è anch’esso violato. Il governo cinese e l’FBI determinano che dietro questi attacchi vi sia uno strumento di accesso remoto e un ufficiale dell’esercito di Pechino specializzato in crimini informatici, il capitano Chen Dawai, è messo a capo delle indagini. L’uomo forma così la sua squadra internazionale e, oltre a sua sorella Chen Lien, vuole a tutti i costi la presenza di Nicholas Hathaway, compagno di college con il quale al MIT aveva progettato il codice che sta causando tutti questi danni.

Blackhat è un intenso thriller “tecnologico” firmato dal maestro Michael Mann, capace di costruire personaggi credibili all’interno di un contesto complesso e di regalare scene madri ad alto tasso di suspense, con sussulti action ed emotivi ben supportati dall’ottimo cast.

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