7 minuti è un film del 2016 di genere Drammatico, diretto da Michele Placido, con protagonisti Ottavia Piccolo, Ambra Angiolini, Cristiana Capotondi, Fiorella Mannoia, Maria Nazionale, Violante Placido, Michele Placido. Il film ha una durata di circa 92 minuti. Ecco la nostra opinione e recensione.
La Trama del film
Le operaie dell’azienda tessile Varazzi sono in fermento, visto che le loro condizioni contrattuali stanno per cambiare in seguito all’imminente acquisto della società da parte di un gruppo di investitori francesi, i quali sono anche l’ultima possibilità per evitare il fallimento.
I nuovi proprietari hanno però una richiesta nei confronti delle loro dipendenti, quella di accettare sette minuti in meno al giorno di pausa. Un tempo apparentemente irrisorio se messo a confronto con il possibile licenziamento, ma che in ogni modo segna il primo passo verso potenziali negazioni dei diritti ancora più estreme.
Proprio per questo le undici componenti del consiglio di fabbrica (nove operaie, un’impiegata e una rappresentante sindacale) hanno il compito di deliberare dopo un’attenta discussione, nella quale si accendono voci diverse che rendono l’accordo sempre più incerto.
E con lo scorrere del tempo, e una risposta (negativa o positiva che sia) che deve essere data ai partner d’Oltralpe, le donne scopriranno di più su loro stesse, sulla loro amicizia e sul vero significato del lavoro.
La recensione del Film
Prende il via dall’omonimo testo teatrale di Stefano Massini, già a sua volta ispirato ad una storia realmente accaduta nel 2012 in Francia nel piccolo comune di Yssingeaux, l’ultima prova per il grande schermo (ad oggi) del Michele Placido regista (il quale si ritaglia anche un piccolo ruolo nelle scomode vesti di Michele Varazzi).
Un film dove dominano le figure femminili e non poteva essere altrimenti vista la base narrativa, capace di scandagliare nell’ora e mezza di visione diverse critiche sociali sullo sfruttamento dei lavoratori da parte delle grandi compagnie, tema quantomai contemporaneo.
7 minuti aveva bisogno di un cast forte per riuscire a far emergere con le corrette sfumature drammatiche la determinazione dei personaggi, e la presenza di attrici di diverse generazioni come Ottavia Piccolo, Ambra Angiolini, Cristiana Capotondi, Violante Placido, Fiorella Mannoia e Clémence Poésy (solo per citare le più conosciute dal grande pubblico), pronte a interagire in un contesto chiuso in cui le lancette dell’orologio scorrono sempre più velocemente, dona caratteri eterogenei alle rispettive controparti, ognuna sfumata con un discreto background e che pone ulteriori spunti di riflessione su argomenti attuali.
Ha così via un interessante gioco tensivo di rara efficacia nel cinema italiano recente, con rimandi a grandi classici del cinema limitati in un’unica ambientazione (La parola ai giurati su tutti) e una rabbia primigenia che ben traspare dalle sentite performance ricche di trasporto emotivo, solo parzialmente smussato da qualche eccesso caricaturale che tratteggia nell’eterna lotta tra “schiavi e padroni” un effetto stereotipato che toglie parzialmente verosimiglianza ad alcuni passaggi chiave: forse un eccesso di ironia amara e caricaturale che non guasta comunque il piacere della visione.